Il riconoscimento della denominazione Chianti da parte della Cina, e dei suoi residenti e importatori, ha contribuito a renderla seria e importante.
Giovanni Busi
Siamo con il presidente del Consorzio Chianti Giovanni Busi. Presidente, il consorzio si è fatto sempre un po’ portavoce delle richieste da parte del mondo vinicolo e delle aziende della filiera. A che punto ci troviamo oggi, da dove ripartiamo?
Ripartiamo per quanto riguarda la denominazione del Chianti sicuramente con una denominazione molto più in forza perché in questi anni ha aumentato addirittura le sue vendite, pensiamo che il 2020 sul 2019 ha fatto il 2% in più e si sta parlando di una denominazione che fa circa 100 milioni di bottiglie all’anno. Nel 2021 sul 2020 abbiamo fatto un ulteriore 5% in più quindi sostanzialmente sono numeri importanti. Quindi da questo punto di vista la denominazione sta andando molto bene, il cliente sta acquistando Chianti. Entrando nel mondo del Chianti la situazione è forse ben diversa, anche perché nel comparto del vino non ci sono soltanto le grandi aziende che sono cresciute ma sono le piccole aziende che invece purtroppo sono diminuite, cioè nel senso hanno calato le proprie vendite, che poi questo mercato attraverso la grande distribuzione invece è cresciuto attraverso le grandi aziende. Quindi da questo punto di vista qui diventa fondamentale poter riprendere queste aziende a riportarle sul mercato e rimetterle in contatto con il mercato vero. Quindi diciamo che ci sono ombre e luce, la luce è che complessivamente la denominazione del Chianti sta andando molto bene, all’interno dobbiamo ridare fiato alle piccole aziende.
Prima abbiamo citato i grandi mercati internazionali e il Chianti da sempre, da tanti anni insomma, è in Cina e continua ad investire in questo grande mercato. Come sarà la Cina del Chianti in questo 2022?
Se la Cina riapre noi siamo pronti a tornare e investire nel Paese. La Cina con il riconoscimento della denominazione del Chianti, ha indubbiamente dato un impulso al riconoscimento come denominazione seria e importante da parte dei cittadini e degli importatori cinesi. Quindi noi su questo siamo pronti a tornare in Cina e continuare a investire come abbiamo fatto ormai da 10 anni a questa parte.
E torniamo presidente un attimo in Italia perché a breve oramai si terrà l’evento tanto atteso, il più grande evento italiano del mondo del vino, ma attesa un po’ da tutto il mondo, con la più grande concentrazione di vini italiani. Vinitaly finalmente quest’anno riaprirà le porte torneremo in fiera a Verona. Come sarà, anzi come sarà la presenza del Consorzio Chianti in questa nuova edizione?
Il Chianti sarà presente al Vinitaly sicuramente con le sue aziende oltre che naturalmente le aziende direttamente con i propri stand. Crediamo che il 2022 sarà un anno molto bello per la manifestazione, per Vinitaly, ma soprattutto per le imprese perché sarà la prima fiera probabilmente fuori proprio da tutta la pandemia, sarà la vera ripartenza e quindi sarà una bellissima fiera, dove arriveranno già prenotati tutta la parte americana, Sud America e dal Giappone. Attualmente non abbiamo sentori della presenza dei paesi asiatici, però ecco speriamo che da qui ad aprile si riesca a trovare qualche soluzione su questa pandemia e che quindi anche quei paesi lì saranno presenti. Comunque sia le aziende sono pronte, hanno ottimi vini, gli importatori dal resto del mondo saranno tutti presenti. Quindi Vinitaly sarà sicuramente un’ ottima vetrina per il vino italiano e per il Chianti naturalmente.
Giovanni Busi
Grazie Presidente Giovanni Busi. Le vorrei chiedere se le va di approfittare della mappa che c’è alle sue spalle per spiegare un po’ le zone di produzione del Chianti e quindi le denominazioni tutelate dal consorzio. Grazie
Allora il Chianti è una zona molto ampia, occupa praticamente il 70% della superficie della Toscana e viene divisa poi in diverse zone specifiche, quelle che vengono chiamate sottozone. Quindi zone differenti che hanno tra l’altro un loro disciplinare di produzione, quindi ogni zona si è data delle regole di produzione e tutte queste regole naturalmente fanno parte della regola generale che è quella del Chianti. Quindi ci sono delle specifiche più dettagliate. Le varie sottozone del Chianti si sono date delle loro regole ufficiali registrate nel disciplinare, quindi devono rispettare certe regole. E adesso ci sarà una nuova sottozona che, col nuovo disciplinare che deve essere approvato e nel 2022 ci saranno le Terre di Vinci che è un nuovo Consorzio dove le aziende di quel territorio hanno voluto anche loro darsi, diciamo così, un disciplinare loro di produzione e quant’altro e avere una loro denominazione per valorizzare quella zona. Quindi questa qui sarà l’ultima del mondo del Chianti che arriverà tra breve.
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