L’enoturismo è uno strumento fondamentale per tutto il settore perché il visitatore diventa un fedele ambasciatore dell’azienda in cui è stato.
Come ha accolto questa nomina? E’ anche la prima donna a ricoprire questa carica nell’Unione…
Sono stata molto felice ed onorata e grata ai miei colleghi che mi hanno votato e spero tanto che non mi abbiano votato solo perché donna! Scherzi a parte, è una bella sfida e sono molto onorata di poterla affrontare al fianco del nostro presidente Lamberto Frescobaldi e all’altro vicepresidente Sandro Sartor.
Lungarotti è un’azienda storica vocata ai mercati esteri.
Chiara Lungarotti
Secondo lei il vino italiano oggi in quale direzione sta andando e su quali mercati dovrebbe guardare nel prossimo futuro?
Il vino italiano sta rispondendo bene in questo momento, quantomeno ha chiuso un buon 2021 e il primo trimestre del 2022 dà dei segnali positivi su tanti mercati in giro per il mondo.
Sicuramente dobbiamo puntare sempre a consolidare quelli che sono i nostri mercati storici, ma dobbiamo avere un occhio particolarmente attento e una sensibilità particolarmente spiccata per quelli che sono anche i mercati che si stanno aprendo o che si sono recentemente aperti al nostro prodotto, anche perché il vino italiano è sempre un ambasciatore del Made in Italy, assieme alla moda, all’automotive, anche per questo portiamo avanti con orgoglio la bandiera del nostro paese in tutto il mondo.
Ecco tra i mercati che risultano oggi più interessanti per il vino c’è la Cina. E’ il momento giusto per rivolgere lo sguardo verso il grande Paese asiatico?
E’ un grande Paese e per quanto mi riguarda lo sguardo l’abbiamo rivolto già da tanti anni, era la fine degli anni novanta quando abbiamo iniziato a essere presenti in Cina.
Oggi lavoriamo con le nostre importatrici che sono bravissime e ci auguriamo che ora che finalmente il lockdown a Shanghai è terminato anche quello che è il mercato Horeca possa pian piano riprendere e riprendere nello stesso modo in cui è ripreso da noi in Italia dopo il lockdown del 20 e del 21.
Anche in Cina le donne del vino sono molto forti, cosa accomuna le donne che operano nel mercato del vino in questi Paesi?
Io penso che è la passione a fare sempre la differenza, e il cuore che mettiamo nel nostro lavoro, ma in modo particolare noi siamo così fortunati da lavorare con un prodotto che dà continuamente delle emozioni incredibili e devo dire che sempre di più mi sono trovata nella mia esperienza di visita della Cina davanti a delle grandissime professioniste con una sensibilità e una attenzione a captare tutte le differenti sfumature sia al naso e soprattutto al palato dei vini che si trovano davanti.
Quindi penso che sia proprio questo che forse può accomunare tutte le donne che si occupano di vino come professione: la loro grande passione per questo prodotto e una grande attenzione e capacità a livello degustativo.
Lungarotti è stata un po’ anche pioniera dell’enoturismo. Ci sono novità in programma?
Io penso che il turismo del vino sia uno strumento fondamentale per tutto il settore, sia per le aziende più grandi e strutturate che per le piccole perché il visitatore ben accolto, una volta che torna a casa, diventa un ambasciatore fedele dell’azienda dov’è stato. Quindi questa per me è la funzione forse più importante che ha l’enoturismo.
Fu mio padre il primo a intuirne l’importanza e la grande valenza, come quando con mia madre hanno realizzato il
“museo del vino”, uno strumento di grande promozione della nostra Umbria e uno dei musei del vino più interessanti a livello internazionale, perché si racconta tutta la storia di questo prodotto.
Accanto a questo c’è la possibilità di visite in cantina, di soggiorno, ma sono tutte offerte che vanno sempre aggiornate, che devono essere sempre proiettate su quello che è il domani e cercare sempre di capire come velocemente cambiano le curiosità dei nostri visitatori.
Soltanto così saremo in grado di essere competitivi con tanti altri Paesi dove tutti i nostri colleghi produttori sono bravissimi nella loro attività di accoglienza, ma noi abbiamo una marcia in più che è la nostra magnifica Italia che ha veramente una ricchezza non solo da un punto di vista culturale, di storia ma anche di patrimonio enogastronomico che tutti ci invidiano.
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