Vino e salute il punto fondamentale del programma UIV su cui lavorare.
Sandro Sartor
Come ha preso questa nuova carica in Unione Italiana Vini?
Mi fa molto molto piacere, mi riempie anche di responsabilità perché è un momento complicato per il vino italiano e determinante per i prossimi anni.
Quindi lo faccio con la consapevolezza della responsabilità, del lavoro e dell’impegno che c’è dietro, ed è un grande orgoglio personale.
Quali saranno i punti fondamentali che vorrà portare come contributo?
C’è un tema che seguo personalmente da tempo ed è quello del vino e salute. Siamo stati molto impegnati per cercare di avere un dialogo più aperto e più oggettivo con le autorità sanitarie europee e nazionali su questo tema: mantenere una netta distinzione tra il consumo e l’abuso delle bevande alcoliche.
Credo che sia molto importante rendere più consapevole e responsabile il settore di quello che può fare in termini di educazione a un consumo responsabile nei confronti di tutti gli addetti ai lavori e del consumatore.
Un maggiore coinvolgimento di tutte le aziende ad una educazione al consumo responsabile credo che sia anche molto importante.
Quindi tutto questo tema lo sento molto vicino, lo sento importante e credo di potermene occupare a vantaggio di tutto il settore.
Un altro tema ricorrente, molto attuale è quello legato alla sostenibilità ambientale…
Il tema della sostenibilità ambientale è estremamente importante e lo vedo come un tassello fondamentale del nostro settore: il rispetto del nostro consumatore, il rispetto del territorio e il rispetto delle persone che vivono vicino ai nostri vigneti.
I vigneti non sono piantati in mezzo al deserto, ma dove ci sono altre persone, altri insediamenti urbani e quindi abbiamo l’assoluto dovere di avere delle pratiche agricole totalmente rispettose.
Alla guida della Ruffino Spa porterà come contributo anche una grande esperienza legata all’export del vino italiano. Come si muove il nostro Paese sui mercati esteri?
Noi esportiamo il 90% del nostro fatturato, ma anche Unione Italiana Vini ha una grandissima vocazione all’export, tant’è che iscritte all’Unione Italiana Vini ci sono molte delle più grandi aziende italiane, che rappresentano l’85% dell’export del vino italiano.
Sul piano del commercio internazionale abbiamo anche qua dei grandi temi, uno è quello dello sviluppo, i famosi OCM, quindi la promozione allo sviluppo dei mercati internazionali che non deve finire ed è estremamente importante.
E poi c’è tutto il tema delle cosiddette barriere doganali o delle barriere non tariffarie che rendono molto complesso l’export e operare in alcuni mercati come quello asiatico.
Per cui il lavoro che dobbiamo fare insieme alla politica italiana è quella di lavorare negli accordi internazionali, per facilitare e aumentare la possibilità del vino italiano di operare nei mercati internazionali.
Un’ultima riflessione riguardo la tutela del marchio.
Questo è un punto molto importante, ma noi che lavoriamo nei mercati internazionali dobbiamo difendere a due livelli: ci sono i marchi aziendali che vanno protetti, ma noi abbiamo anche i cosiddetti marchi collettivi che sono un po’ più complessi da proteggere e quindi su questi dobbiamo assolutamente lavorare, insieme alla politica per far sì che ci possa essere una vera tutela di tutte queste denominazioni che poi sono anche il valore più importante di tutto l’agroalimentare italiano.
Grazie mille in bocca al lupo per questo nuovo incarico.
Ne abbiamo bisogno, grazie a voi
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