Italia e Cina insieme sulla Nuova via della seta, le opportunità per il vino italiano e i nuovi scenari di cui tener conto. Ne parliamo con Gianpaolo Bruno, direttore dell’agenzia ICE di Pechino.
by 19Pindao
La politica “One Belt One Road” ha portato grandi benefici al commercio tra Cina e Italia: come sfrutterà questa opportunità l’industria vinicola italiana?
Gianpaolo Bruno: “One Belt One Road” è un importante progetto strategico avviato dalla Cina. Naturalmente, Italia e Cina hanno sempre creduto di aver mantenuto un’eccellente partnership commerciale, ed entrambe le parti ne hanno tratto vantaggio. Tutte le categorie merceologiche possono beneficiare del grande progetto “Belt and Road”, e ovviamente il vino non fa eccezione. Dai dati di quest’anno si evince anche che il commercio bilaterale tra Italia e Cina sta crescendo rapidamente.
Negli ultimi anni il vino italiano ha registrato buoni risultati in Cina: è cambiata la preferenza di gusto dei consumatori cinesi per il vino italiano? Quali sono le aree di produzione attualmente più popolari?
Gianpaolo Bruno: La Cina è così vasta che i consumatori hanno innumerevoli preferenze di gusto. Il vino italiano può anche soddisfare tutte le papille gustative cinesi. Con la conoscenza approfondita del vino italiano, i consumatori cinesi ne comprendono la ricchezza e le caratteristiche e i vitigni iniziano a godere della bellezza del vino italiano. Per questo stiamo facendo ogni sforzo per divulgare la conoscenza del vino italiano. Certo, sembra che alcune zone di produzione siano più frequentate di altre. I migliori vini ei vini pregiati sono più apprezzati dai cinesi.A parte Piemonte e Veneto, Puglia e Sicilia sono le prime scelte dei consumatori di fronte ai vini italiani.
Le cantine italiane sono tante, per le piccole e medie imprese come integrare le risorse per promuovere in modo più efficace il vino nel mercato cinese?
Gianpaolo Bruno: Certo, possono chiedere un aiuto istituzionale, come il nostro Istituto per il Commercio Estero. Ci impegniamo a promuovere l’export delle piccole e medie imprese italiane, la chiave è sempre la qualità, non la quantità. Se una piccola impresa ha prodotti di nicchia di alta qualità, con l’aiuto di agenzie governative come ITA, può trovare modi per raggiungere i consumatori finali.
Per il mercato cinese, quali sono i punti chiave della promozione della cultura enologica italiana?
Gianpaolo Bruno: La chiave per la promozione del vino italiano deve essere prima di tutto l’alta qualità, la ricchezza, l’economicità e l’adattamento del vino italiano alle varie cucine cinesi. Pertanto, questi focus sono presenti anche in tutte le nostre attività promozionali. Naturalmente, il vino italiano è anche uno specchio dello stile di vita italiano, quindi mentre promuoviamo il vino italiano, promuoviamo anche i valori culturali correlati, come l’ospitalità, l’arte e la cultura. Quello che quindi passiamo ai consumatori cinesi non è solo la categoria verticale del vino, ma tutto un insieme di stili di vita italiani conosciuti in tutto il mondo.
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