Il vino australiano era fino al 2020 il leader del mercato cinese, ma la sua posizione ha subito un tale cambiamento da meritare un approfondimento sulla questione. Le motivazioni di questo cambio di scenario vanno cercate – oltre che nel progressivo peggioramento dei rapporti tra i due paesi negli ultimi quattro anni – nei dazi anti-dumping tra il 107% e il 212% inflitti sui vini australiani, i quali hanno inciso pesantemente sui prezzi vantaggiosi con cui i prodotti riuscivano ad arrivare sugli scaffali del Paese del Dragone. La vicenda apre nuovi spazi per gli altri paesi esportatori di vino in Cina, che vedono tra i player più importanti, oltre all’Italia, la Francia, il Cile e la Spagna. Cosa ne sarà del vino australiano in Cina?
Le previsioni per il comparto sono durissime: secondo i dati rilasciati dall’Australian Grape and Wine Association, nel 2021 le importazioni in Cina di vino australiano crolleranno di un impressionante 95%, portando i produttori a spostarsi su altri mercati, come quello statunitense, inglese, o altri mercati asiatici. Anche l’australiana Treasury Wine Estates, la più grande azienda vitivinicola quotata in borsa al mondo, nonché produttrice dei vini a brand Penfolds, di enorme successo in Cina, ha subito duramente il colpo delle sanzioni cinesi. L’azienda ha infatti annunciato che nella seconda metà del 2020 i profitti ammontavano a 120,9 milioni di dollari australiani, pari a un calo del 43%.
Ma cos’era il vino australiano in Cina prima del novembre 2020? Se si volge lo sguardo indietro nel tempo, appare evidente il ruolo di rilievo del vino australiano in Cina.
“Nel 2019, il volume del vino australiano importato dalla Cina ha raggiunto il suo picco più alto, 147.576.600 litri, e il valore delle importazioni è stato di 864,96 milioni di dollari. La quota di mercato ha raggiunto il 35,54%, superando il primato della Francia e diventando il più grande importatore di vino della Cina” – ha dichiarato Chen Peng, presidente della Guangzhou Liquor Industry Association, – che ha aggiunto “nel 2020, fino a dicembre, il rapporto statistico mostra che il vino australiano è ancora il leader in termini di volume, e appare fiorente. Dopo il 2021, è chiaro che l’importazione di vino australiano in Cina è stata interrotta”. È ancora più chiaro quanto fosse strategico l’export vinicolo australiano guardando ai dati della controparte: secondo quanto riportato da Sina Finance, il valore complessivo del vino australiano esportato nei 12 mesi precedenti al settembre 2020 ammontava a poco meno di 3 miliardi di dollari australiani, di cui 1,17 miliardi assorbiti dal mercato cinese, ovvero il 39%, un dato che rendeva la Cina di gran lunga il principale acquirente di vino australiano al mondo. Impietoso il confronto con la situazione post-dazi: nel gennaio 2021 la Cina ha assorbito solo l’1% dell’export vinicolo australiano. Lee McLean, General Manager e Responsabile relazioni internazionali della Australian Grape and Wine Association, non ha potuto che dichiarare che “a questi prezzi, vendere vino in Cina è estremamente difficile”.
Il vino australiano era fino al 2020 il leader del mercato cinese, ma la sua posizione ha subito un tale cambiamento da meritare un approfondimento sulla questione. Le motivazioni di questo cambio di scenario vanno cercate – oltre che nel progressivo peggioramento dei rapporti tra i due paesi negli ultimi quattro anni – nei dazi anti-dumping tra il 107% e il 212% inflitti sui vini australiani, i quali hanno inciso pesantemente sui prezzi vantaggiosi con cui i prodotti riuscivano ad arrivare sugli scaffali del Paese del Dragone. La vicenda apre nuovi spazi per gli altri paesi esportatori di vino in Cina, che vedono tra i player più importanti, oltre all’Italia, la Francia, il Cile e la Spagna. Cosa ne sarà del vino australiano in Cina?
Le previsioni per il comparto sono durissime: secondo i dati rilasciati dall’Australian Grape and Wine Association, nel 2021 le importazioni in Cina di vino australiano crolleranno di un impressionante 95%, portando i produttori a spostarsi su altri mercati, come quello statunitense, inglese, o altri mercati asiatici. Anche l’australiana Treasury Wine Estates, la più grande azienda vitivinicola quotata in borsa al mondo, nonché produttrice dei vini a brand Penfolds, di enorme successo in Cina, ha subito duramente il colpo delle sanzioni cinesi. L’azienda ha infatti annunciato che nella seconda metà del 2020 i profitti ammontavano a 120,9 milioni di dollari australiani, pari a un calo del 43%.
Ma cos’era il vino australiano in Cina prima del novembre 2020? Se si volge lo sguardo indietro nel tempo, appare evidente il ruolo di rilievo del vino australiano in Cina.
Chen Peng, presidente della Guangzhou Liquor Industry Association