Una degustazione di inebrianti bollicine italiane, da Ca del Bosco e Ferrari alle preziosità della Sicilia
Per gli amanti delle bollicine ormai l’Italia è tutta da scoprire e non si ferma più solo in Trentino, Franciacorta e Oltrepò. Ha ormai varcato con successo il Rubicone la spumantizzazione, che sta portando grandi risultati in zone dell’Italia fino a qualche anno fa non certo famose per il perlage. Oltre 200 le etichette frutto della passione e della ricerca di più di 70 vignaioli italiani, in cui spiccano e riscuotono consensi le bollicine Made in Abruzzo, Puglia e Sicilia, che non hanno nulla da invidiare alle colleghe più blasonate.
Nella suggestiva degustazione attraverseremo l’Italia e scopriremo degli spumanti insoliti e sorprendenti.
Il viaggio parte dal Trentino e non delude le aspettative lo Chardonnay Trento che affina sui lieviti per oltre 10 anni e dà vita a Giulio Ferrari Riserva del Fondatore Extra Brut 2008. Così come conquistano i palati la mineralità e la sapidità del Trento Riserva Madame Martis Brut 2009 di Maso Martis, che coniuga l’eleganza del Pinot Nero con la fragranza dello Chardonnay e la morbidezza del Meunier, in 9 anni di affinamento.
Dal Trentino si passa alla Lombardia, con un passaggio nel distretto Franciacorta. Sempre emozionante lasciarsi sedurre da un calice di Franciacorta Riserva Cuvée Annamaria Clementi Dosage Zéro 2009, di Ca’ del Bosco. Al palato il blend Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero affinati per 7 anni, non tradiscono mai l’intenso bouquet olfattivo. Una bella scoperta anche per le 5 vendemmie da sole uve Chardonnay, per il Franciacorta Quinque Extra Brut di Uberti. In un sorso espressione e sintesi, memoria e unicità.
Restando in Lombardia il sentiero del perlage arriva poi in Oltrepò Pavese, con Prime Alture, azienda vinicola di Casteggio (Pv), che ha superato lo scorso anno la soglia delle prime dieci vendemmie e fa del Pinot Noir la sua musa ispiratrice. La bollicina degustata è il Metodo Classico Io per Te Blanc de Noir che resta 36 mesi sui lieviti, come dimostra il perlage fine e persistente, il bouquet fine ed elegante, con note di frutta a polpa bianca, come la pesca, accompagnate da sentori di frutta secca e crosta di pane appena sfornato. Arrivando in Veneto si resta affascinati dal Durello, tutelato da un tenace e vivace Consorzio. Il Durello è un vino bianco, originario del territorio calcareo che si estende tra Verona e Vicenza, caratterizzato da note sapide. Tra le tante bollicine degustate, spicca il Durello Metodo Classico Doc 36 Extra Brut Riserva Sacramundi, che nasce da vigneti a 380 metri sul livello del mare, dove l’esposizione ad est, il microclima e lo sbalzo termico permettono l’ottimale maturazione delle uve. L’affinamento di 36 mesi sui lieviti lo caratterizzano per complessità ed intensità regalando un’esperienza sensoriale a tutto tondo.
Ma è iniziando a scendere lungo il Belpaese che la degustazione diventa più intrigante. Così arrivando in Abruzzo, non si può non lasciarsi sedurre dall’eleganza del fine e persistente perlage che accarezza il palato la sapiente combinazione tra Chardonnay e Pinot nero del Marramiero Brut metodo Classico. Uve selezionate, caratterizzate da diversi stadi di maturazione, che rifermentano e affinano in bottiglia per 36 mesi, regalando un bouquet di profumi fruttati con inequivocabili sentori di crosta di pane.
Da assaggiare Khaos Ancestrale, bollicine frutto del Metodo Ancestrale, non filtrate, frutto dell’inventiva della cantina Rosarubra. La degustazione evidenzia un perlage fine e persistente, scandito dall’armonia dei profumi di lievito, pane caldo, fiori di biancospino e agrumi. Equilibrate al palato con una potente acidità e bella freschezza, sono bollicine ideali per aperitivi, crostacei, ma anche formaggi e carni bianche.
Tra le tante bollicine c’è anche 830 Cuveé Prestige Rosè Spumante Brut di Agriverde, rigorosamente bio, ottenuto con uve di Montepulciano d’Abruzzo, vinificate con Metodo Italiano. Rosa tenue, luminoso e brillante, al naso è intrigante con nuances di frutta rossa, fragola, ciliegia, lampone e pesca bianca; mentre al palato è cremoso, morbido, elegante ed equilibrato.
Montepulciano e Pinot nero, provenienti dai vigneti di San Severo (Fg), vinificati in bianco danno poi vita a La Dama Forestiera 2013 di d’Araprì, prodotta nella tipologia ”Nature” e solo in bottiglie Magnum, che si affinano per cinque anni nella cantina pugliese.
Sempre in Puglia, ma più a sud, interessante il Noitre 2014, Metodo Classico di Negroamaro, elegante al palato ed espressione dell’annata più fresca e piovosa della precedente. Diverso il Noitre 2013, che con il 2003 e il 2007 è stato tra gli anni più caldi, più carico di colore e sapore dell’annata precedente.
Il viaggio tra le imperdibili bollicine approda infine in Sicilia, dove Carricante e Chardonnay, danno vita a Terre Siciliane Gaudensius Blanc de Blancs Brut di Firriato. Inconfondibile nel Metodo Classico più a sud d’Italia la mineralità dei vigneti dell’Etna.
Leggi le degustazioni di Monica qui
Sfoglia il magazine 19Youbao (in lingua cinese) qui