Una maestosa cupola rivestita di rame per ricordare il guscio di una tartaruga. Siamo di fronte al Carapace, maestosa opera d’arte a Bevagna, in Umbria, prima scultura abitabile al mondo e una delle cantine più belle a livello internazionale, Tenuta Castelbuono.
Alessandra Piubello
Un capolavoro artistico di sorprendente carica simbolica e forza iconica che risulta completamente integrato all’ambiente, in un dialogo armonico con le verdi colline circostanti.
«Il paesaggio mi ricordava il Montefeltro dove sono nato, così come l’ha raccontato in tanti quadri Piero della Francesca. Il mio intervento quindi non doveva disturbare la dolcezza delle colline dove si estendono i vigneti, anzi doveva integrarsi perfettamente con l’ambiente. Ho avuto l’idea di una forma che ricorda la tartaruga, simbolo di stabilità e longevità che, con il suo carapace, rappresenta l’unione tra terra e cielo». La citazione è di Arnaldo Pomodoro, tra i più importanti scultori del panorama mondiale.
Verso la metà degli anni Duemila la famiglia Lunelli, già proprietaria delle Cantine Ferrari a Trento, gli chiese di progettare la sede della Tenuta Castelbuono, trenta ettari acquistati nel 2001 tra i comuni perugini di Bevagna e Montefalco, in Umbria, per la produzione del più importante vitigno autoctono locale, il Sagrantino.
Nel 2005 nasce una sfida ai confini tra scultura e architettura. Il Carapace della Tenuta Castelbuono, infatti, è la prima scultura abitabile al mondo. Non un semplice oggetto estetico ornamentale e autoreferenziale, bensì una struttura funzionale a tutti gli effetti. Un edificio operativo, al cui interno si compiono il ciclo completo di trasformazione dell’uva in vino e la successiva fase di affinamento in bottiglia.
La realizzazione ha richiesto sei anni e il lavoro di una vera e propria bottega rinascimentale guidata dalla sensibilità di Arnaldo Pomodoro, e per gli aspetti più tecnici dalla professionalità dell’architetto Giorgio Pedrotti.
Le emozioni qui non finiscono mai: il Carapace toglie il respiro per la bellezza e l’imponenza. Si resta incantati di fronte a quest’opera artistica. Alla vista si presenta come un emisfero ricoperto di rame e inciso da profonde crepe, che ricordano i solchi della terra. La tartaruga sembra emergere dal centro della terra mostrando il suo guscio esterno, progettato secondo gli inconfondibili stilemi del linguaggio espressivo di Arnaldo Pomodoro. La cupola ellittica si compone di un grande arco centrale e due serie di sei mezzi archi laterali che, proprio come se fossero le zampe della tartaruga, la tengono sollevata da terra.
Ciò che non si vede dall’esterno è la pancia sotterranea dell’animale: duemila ottocento metri quadrati di cui seicento utili, dove sono dislocate le aree per la vinificazione, l’invecchiamento e lo stoccaggio dei vini. Uno spazio completamente interrato che gode di condizioni di luce e temperatura ideali per il processo di produzione enologica.
Nel momento in cui entri e cammini all’interno di quest’unicità, sfiori il meraviglioso. Scendere le scale e vedere la bottaia nel ventre dell’immensa tartaruga è un momento magico. L’entusiasmo della bellezza contagia con le sue vibrazioni.
Se pensi di non riuscire a trovar Tenuta Castelbuono, persa com’è tra le colline, basta seguire un’altra scultura, posta a pochi metri dal Carapace. Un dardo rosso conficcato nel terreno, che ha il compito di segnalare l’opera anche da distante. Misura ben diciotto metri di altezza e, proprio a causa delle sue dimensioni e del colore, ha richiesto un lungo lavoro per ottenere le autorizzazioni dagli enti preposti alla salvaguardia del paesaggio.
Una freccia rossa, ben visibile in lontananza, per evidenziare la bellezza di quest’opera d’arte che va assolutamente visitata.
Questo articolo è pubblicato in lingua cinese su 19Youbao, il primo magazine del vino italiano in Cina. Sfoglia l’ultimo numero qui.