Di Giulio Somma
L’Italia rimane leader mondiale nonostante la produzione minore
DIFFUSE LE STIME UIV – ASSOENOLOGI – ISMEA
Poca ma buona, a tratti ottima, in un contesto di mercato in forte ripresa. Scende a 44,5 milioni di ettolitri la produzione nazionale di vino 2021, un dato in calo del 9% rispetto ai 49 milioni di ettolitri del 2020 (dato Agea e media di una forbice che al oscilla tra un minimo di 43,7 e un massimo di 45,3 milioni di ettolitri), che, nonostante la contrazione determinata dalle anomalie di un meteo sempre più protagonista, non scalfisce il primato produttivo tricolore in un’annata che vede la Spagna ferma attorno ai 40 milioni di ettolitri e la Francia penalizzata da un andamento climatico particolarmente avverso.
Secondo le previsioni vendemmiali di Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, il vigneto Italia resiste e si presenta in buone condizioni non solo all’appuntamento con la vendemmia, ma anche sul fronte cruciale della ripartenza, con segnali incoraggianti sia dalla domanda estera (2,7 miliardi di euro e +11% il risultato dell’export nei primi 5 mesi dell’anno) che sul mercato interno, trainato dalla riapertura dell’Horeca e dalla ripresa del turismo.
Mid section of female vintner examining grapes in vineyard
L’Italia rimane quindi leader mondiale, probabile il sorpasso della Spagna sulla Francia per il secondo posto. La qualità prevista è di buon livello, con punte di eccellenza. Il commento dei dati affidato ad Ernesto Abbona, presidente Unione Italiana Vini, Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, e Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea.
Sarà questa la vendemmia della ripartenza? Il mondo del vino italiano scommette di si nonostante i cambianti climatici e un rialzo dei consumi dai mille volti. Le parole dell’anno sono certamente sostenibilità e ripresa, declinate su una produzione in calo per via di una tempesta climatica che da una primavera fredda, contraddistinta da tre importanti gelate ad aprile, ad una estate torrida, con ondate da 40 gradi centigradi su tutto il territorio, ha colpito duramente il profilo quantitativo. Dal punto di vista climatico quelle che tendevamo a definire “bizzarrie meteorologiche” cominciano ad essere più la norma che l’eccezione, quindi sarà bene affrontare la loro regolarità anziché interpretarle sempre come emergenze. In questo senso l’adattamento della vigna ci insegna che, nonostante tutto, dal punto di vista qualitativo le uve raccolte e quelle che stanno arrivando a maturazione sono di buon livello, con punte d’eccellenza.
Condizioni queste forse ideali per trasformare, adattandola, la vendemmia 2021 in un trampolino di lancio per la ripartenza. D’altronde proprio la capacità di adattamento, che stiamo approfondendo su tutti gli aspetti produttivi ma anche in quelli di mercato, associata a una maggiore sostenibilità, altrettanto a 360 gradi, sembrano le vie d’uscita più consone per il difficile periodo che abbiamo vissuto a causa della pandemia da un anno e mezzo a questa parte.
Woman picking red grapes in vineyard
Ernesto Abbona, presidente di Unione Italiana Vini, ha commentato: “Questa, che potremmo chiamare la vendemmia del rilancio, si presenta in un quadro positivo che ci aiuta a proseguire il nostro entusiasmante sviluppo sui mercati internazionali. Segnali di forte crescita si registrano, nel primo semestre 2021, su tutte le principali piazze, come Usa (+18% valore), Canada (+13%), Svizzera (+19%) e Giappone (+2%), ma assistiamo a forti rimbalzi anche in Russia e Cina. Sono dati positivi che devono spronarci a fare ancora di più e meglio anche per aiutarci a verificare sul mercato la possibilità di trasferire, almeno in parte, il fisiologico rialzo dei prezzi che subirà il vino a causa di una quantità di uva minore rispetto allo scorso anno e di ottima qualità. È necessario quindi proseguire con determinazione, spirito di squadra e “logica di sistema” nella promozione del “sistema Italia” che, lo diciamo da tempo, è quanto mai necessaria e complementare alla promozione ‘di brand’, con effetti positivi sull’immagine del nostro Paese e dell’enoturismo”.
Previsioni vendemmiali 2021, i numeri.
Le problematiche legate alle sempre più mutevoli e imprevedibili condizioni climatiche impongono un più attento monitoraggio da parte dei vignaioli e degli enologi, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale, elementi ormai necessari anche per un adeguato riconoscimento da parte dei consumatori. A questo si affianca il grande entusiasmo con cui ogni anno si affronta questo periodo ai fini della migliore valorizzazione dei futuri vini, ormai primi ambasciatori dei nostri territori. Questa campagna produttiva, peraltro, arriva in un momento molto importante per il settore che, dopo le problematiche legate alla pandemia, può cominciare a guardare al futuro con più ottimismo, grazie alla riapertura dell’Horeca, alla ripresa del turismo e a un buon ritmo di consegne oltre i confini nazionali.
Volendo fare una sintesi rispetto alle diverse aree geografiche del Paese, si osserva una flessione piuttosto generalizzata, con pochissime eccezioni, ma con differente intensità delle riduzioni. Il Veneto mantiene il primato e si consolida la regione italiana più produttiva con quasi 11 milioni di ettolitri, seguito dalla Puglia (8,5), dall’Emilia Romagna (6,7) e dalla Sicilia (3,9). Queste quattro regioni insieme nel 2021 produrranno circa 26 milioni di ettolitri, ossia circa il 60% di tutto il vino italiano.
Qualità attesa e andamento climatico e vegetativo.
“L’evoluzione climatica impone sempre di più un attento monitoraggio da parte dei vignaioli e degli enologi, con particolare attenzione alla custodia e alla sostenibilità ambientale” ha commentato Riccardo Cotarella, presidenteAssoenologi. Quando si cerca di definire un’annata, rispetto alla raccolta delle uve, bisogna fare dei distinguo sia territoriali che di tecnica applicata. La qualità̀ dipende anzitutto dall’andamento climatico, e quindi da dove ci troviamo, ma molto deriva anche dal modo di condurre la vigna attraverso la scienza e la conoscenza, che sono alla base dell’attività̀ di noi enologi.
Quando queste vengono applicate con meticolosità̀ avremo una vendemmia molto buona, in alcuni casi ottima ed eccellente in precisi spazi territoriali. Questo, unito alle caratteristiche eterogenee del nostro territorio, porta a una situazione di previsioni vendemmiali molto differenti, anche in zone limitrofe. Ma per l’eccezionale capacità della vite di adattarsi e al lavoro incessante di vignaioli ed enologi, come detto, la qualità̀ delle uve appare buona, con punte di eccellenza, in tutto il vigneto Italia.
A dimostrazione del buono stato di salute del settore vino c’è soprattutto il valore dell’export, che in cinque mesi è arrivato a 2,7 miliardi di euro (+11%). Ad avvantaggiarsi della maggior domanda estera sono stati i vini Dop, trainati dagli spumanti. Bene anche le Igp, mentre sui vini da tavola si hanno flessioni dei volumi e un valore che è cresciuto meno della media del settore. Da non sottovalutare, soprattutto con una produzione interna che si preannuncia scarsa, il dato relativo alle importazioni, che in soli cinque mesi hanno già̀ superato il milione di ettolitri, +87% sullo stesso periodo del 2020.