La linea Vigne Lomanegra rappresenta la massima espressione dell’agricoltura biodinamica applicata al vino.
Gli autoctoni Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo e Pecorino, accompagnati dagli internazionali Cabernet Sauvignon, Chardonnay, Pinot Grigio, Merlot, Moscato e Sauvignon. L’etichetta bianca è ottenuta dalle uve delle singole vigne specificamente destinate a questa linea, mentre l’etichetta nera rappresenta una ulteriore selezione della massima qualità, solo le uve migliori delle annate migliori vengono scelte per arrivare in queste pregiate bottiglie. Una produzione estremamente ridotta, anche per massimizzare la qualità e proporre un’esperienza totalmente nuova a un pubblico di appassionati di vino interessati ad esplorare nuove visioni.
Ciascuno di questi nove vini monovarietali porta il nome del vitigno con il quale è vinificato in purezza. L’uva si vede riflessa nel vino come in uno specchio: il metodo di viticoltura biodinamico e le scelte enologiche fanno sì che le caratteristiche del frutto non vengano minimamente intaccate e che il vino rappresenti in modo autentico il singolo vigneto di pochi ettari da cui deriva, di cui riporta in etichetta le coordinate geografiche.
La localizzazione geografica è al centro anche degli altri elementi dell’etichetta: le linee tratteggiate a mano e la bussola ricordano la mappa di un tesoro nascosto, che guida l’avventuriero verso il Cru, l’elemento centrale. Il legno, l’elemento naturale, quasi esce fuori dalla bottiglia con impeto a raggiungerci, e allo stesso tempo individua precisamente la forma del vigneto, incastonato in un terroir unico. Accostando le otto bottiglie, si riesce a ricomporre, come in un puzzle, la mappa dell’intera Tenuta di Pietranico, il suo territorio incontaminato, l’oasi naturale di bellezza e biodiversità.
Esprimere appieno il territorio in tutte le sue sfaccettature e nel suo carattere unico è una delle due idee fondamentali che sono alla base di Vigne Lomanegra. L’altra idea che soggiace alla filosofia produttiva che ispira questa linea è di lavorare nel modo più naturale possibile.
A quest’ultimo obiettivo accorre in aiuto l’agricoltura biodinamica, che mira a trasformare una tenuta in un unico grande organismo agricolo indipendente, le cui parti comunicano tra di loro come organi di un corpo umano; ad essa Rosarubra ha cominciato di recente ad affiancare l’Agricoltura Organica Rigenerativa (AOR) che mira a rigenerare l’originale salubrità del terreno. L’agricoltura tradizionale, di tipo intensivo, mira a massimizzare la resa dei terreni senza considerare gli altri elementi che contribuiscono all’equilibrio naturale; in questo modo, il terreno finisce per impoverirsi e perdere la fertilità, la ricchezza e la biodiversità che normalmente avrebbe. Inevitabilmente, l’agricoltura convenzionale e industriale si ritrova costretta all’utilizzo di prodotti chimici sui terreni, impoverendoli ulteriormente e “stressando” la vite, con degli effetti assolutamente negativi sul frutto e sul vino che ne deriverà.
Al contrario, l’agricoltura biodinamica segue una logica molto differente. I prodotti totalmente naturali che vengono utilizzati sul terreno non hanno l’obiettivo di far stare bene solo la vite ma l’intera tenuta, così come noi ci alimentiamo per far stare bene l’intero corpo e non soltanto un organo. Si cerca di arrivare alla vendemmia con piante meno stressate possibile, e questo talvolta è difficile, ad esempio quando si deve rispondere a problematiche come la mancanza di pioggia. Tutto ciò viene fatto cercando di creare quanto più possibile un ciclo chiuso: utilizzare tutte le risorse che naturalmente vengono messe a disposizione dalla tenuta, creando una sinergia positiva tra gli elementi della Tenuta Rosarubra.
Questo è possibile grazie all’impegno rivolto alla tutela della biodiversità. Ogni pianta, animale o microorganismo ha un apporto fondamentale al sottile equilibrio che rende la nostra tenuta speciale, e per questo motivo selezioniamo piante medicinali che circondano le vigne. Oltre ad esse, utilizziamo alberghi per insetti, alleviamo specie animali rare recuperate e attiriamo api a produrre miele nelle nostre arnie ricavate da vecchie botti, e molto altro per rendere la tenuta un ecosistema autosufficiente. Per arricchire ulteriormente il terreno, immettiamo anche in esso dei PRGR – Plant Growth-Promoting Rhizobacteria (cioè organismi del suolo che favoriscono la crescita delle piante, prodotti nel nostro sottobosco) chiamati micorrize, che aiutano le piante ad assorbire le caratteristiche del terreno, l’esatto contrario delle coltivazioni idroponiche che danno frutti neutri, ad esempio pomodori insipidi. La collaborazione con la pianta crea uno scambio di informazioni, i funghi vanno in profondità nel terreno e trasmettono le informazioni al resto della tenuta. Proprio come nel film Avatar, ispirato dal sistema neurologico di una tenuta agricola.
Una filosofia produttiva di questo tipo impone pazienza e fatica, un ossequioso rispetto del lento lavoro della natura. Proprio perché frutto di una complice intesa tra uomo e natura, Vigne Lomanegra è una linea di prodotti preziosi, autentici e sinceri, che parlano della nostra terra e del nostro lavoro. Scevri dall’inseguimento di mode e tendenze, questi vini sono fatti come la terra li ha voluti, con un carattere ribelle e indomito, che non si lascia facilmente addomesticare dalle nostre papille gustative.